Ho detto prima che le teorie possono architettare trappole in cui si puòcadere con tutte le scarpe. Ecco qui il Dott. Candido e Sara, la sua paziente. Il dott. Candido èuno stimato analista che, come Wallerstein, non nutre dubbi sul fatto che esista una solida teoria psicoanalitica, che da cento anni trova ogni giorno mille inconfutabili prove della realtà del transfert, della resistenza, del conflitto e della difesa. Candido, però, che di Wallerstein èmolto piùgiovane, èconvinto che tale teoria sia anche in costante, progressivo e positivo sviluppo, come dimostrano i contributi di Mitchell, di Stolorow, di Stern e di altri autori giustamente noti. Egli apprezza le ricerche sulla diade madre-bambino e le acquisizioni delle neuroscienze, sopratutto quelle sulla memoria e sui neuroni specchio, che confermano la rilevanza della comunicazione inconscia e delle costruzioni intersoggettive che si disegnano nelle sue interazioni con Sara. Già... Sara! Dopo poche sedute il dott. Candido conosce i fatti piùimportanti della sua biografia, i personaggi e le vicende della sua famiglia, le scelte di vita, gli studi, il lavoro. Ha un quadro delle sue relazioni, dei suoi problemi, soprattutto di quelli che l’hanno indotta a chiedere una terapia. In questo momento egli e Sara lavorano su un punto preciso. Sara ha una caratteristica comportamentale e relazionale che, in seduta, essi chiamano “distacco”, un modo di funzionare che al dottore - come un giorno le ha brillantemente rivelato - ricorda l’azione di quello strumento, indispensabile nelle grandi cucine, detto “abbattitore”. Oggi Sara ha connesso il suo fungere da abbattitore a quanto accadeva in lei quando suo padre e sua madre litigavano, poi èpassata a parlare della nascita del fratello quando aveva 4 anni, e di una malattia della madre quando ne aveva 7. Più avanti, ha fatto un cenno al suo timore nel maneggiare aggeggi elettrici e alla frequente sensazione di calore umidiccio. Ha anche portato un sogno in cui i suoi vicini di casa litigavano furiosamente.
Il quesito che vorremmo porre al dottor Candido èsemplice: sulla base di che cosa il dottore pensa che questi disparati elementi possano essere considerati in qualche modo collegati e, quindi, collocabili nello stesso quadro? perchè crede se ne possano inferire nessi utili a spiegare la tendenza di Sara a funzionare come un abbattitore? e sulla base di che cosa egli puòavere fiducia nel fatto che gli “ALLORA”raccontati da Sara possano spiegare il suo “ADESSO” e che l’ADESSO, detto e interpretato alla luce degli “ALLORA”, possa modificare gli effetti, che da tali ALLORA egli crede siano stati determinati?
Temo che il dottore, più che prodursi in una pronta risposta, si stupirebbe della domanda, che giudicherebbe inutile e capziosa a fronte dei cento anni di successi della clinica. La psicoanalisi ha sempre cercato e trovato quei nessi, consentendo ai pazienti di giungere a profondi insight capaci di promuovere il cambiamento. Ciò ci darebbe il destro di incalzare il dottore con un’altra domanda a proposito della triade interpretazione-insight-cambiamento, che sembra affondare radici, tronco e rami nella vetusta e dimenticata metapsicologia. Il dottore, senza certamente negare il valore della triade tradizionale, si affretterebbe, però, a insaporirla con abbondanti spruzzi di “ri-vissuto e ri-esperito”, con lo spessore degli spazi interattivi di profonda inconscia comunicazione aperti, magari, dalla reverie dell’analista, e con la trasparenza delle costruzioni intersoggettive che riattivano l’“allora”nell’adesso dell’interazione transferale. Eppoi, - potrebbe aggiungere, - c’é l’inconscio, non l’inconscio rimosso, ma l’inconscio della “memoria implicita” e della “esperienza implicita” che costituisce il sottobosco non verbale dei nostri vissuti espliciti e verbalizzati e funge quindi da tessuto connettivo dei nostri meccanismi difensivi come delle intenzioni inconsapevoli che guidano le nostre azioni.
Il fatto èche certamente, prima degli anni ’70, il problema del quadro in cui disporre gli elementi disparati e quello di connettere l’ALLORA con l’ADESSO non si poneva. La teoria classica, infatti, poggiava sull’assunto della “continuitàpsichica”, che, per la discontinuitàdella coscienza, diventava la prova dell’esistenza di processi psichici inconsci. Su tale assunto era costruito l’apparato psichico, il cui primo e generale principio di funzionamento prevedeva che ogni eccitamento attraversasse l’apparato, in direzione sia progressiva che regressiva, lasciasse una traccia indelebile. Questa impostazione implica logicamente una concezione fissa e determinata del significato, su cui il dottor Candido dovrebbe, forse, spendere più di qualche dilucidazione. In questo quadro l’analista poteva tranquillamente presumere non solo di poter situare e connettere gli elementi man mano emergenti, ma disponeva anche di un “manuale” che gli consentiva di stabilire il significato dei nessi, i possibili intrecci e persino la loro posizione gerachica cosìche egli poteva procedere strato dopo strato. Il suo lavoro mostrava, così, una tendenziale somiglianza con il processo di ricostruzione di un puzzle, - per quanto si trattasse di un puzzle assai complicato, - o con uno scavo archeologico, secondo la metafora freudiana, in cui la statua, la colonna o il vaso stavano lì in attesa di essere scoperti ed esistevano a prescindere dal fatto di essere o no scoperti.
Ma oggi? Certo il dottor Candido ha dismesso il manuale dell’apparato. Il guaio è, però, che, con il manuale, è svanita anche la solidità della cornice. La “continuitàpsichica”, infatti, non èun dato osservazionale. E’ un postulato necessario della teoria classica, che, naturalistica e deterministica, doveva assumere che i significati possano e debbano essere considerati prevedibili in funzione di sequenze determinate di cause e di effetti, ciò che implica presupporre desideri, intenzioni e fantasie inconsce per non interrompere la catena causativa deterministica. Con la “continuitàpsichica”, però, viene meno la giustificazione logica di un inconscio che abbia qualche parentela logica e funzionale con l’inconscio freudiano.
Per mettere insieme l’ADESSO e gli ALLORA di Sara, il dottore non puòpiù fare affidamento nésulla continuità psichica nésull’ormai falsificato asserto secondo cui che tutto quanto accade èregistrato nella memoria dell’apparato reale (i dati sembrano suggerire che soltanto l’1% o poco più dell’accadere viene registrato nella MLT!). Non può nemmeno transustanziare l’inconscio freudiano nell’inconscio della memoria implicita e procedurale per poi attribuirgli, sottobanco, funzioni e caratteristiche proprie dell’inconscio dinamico. Per non dire dei fenomeni imbarazzanti che la psicologia scientifica ha scoperto sul funzionamento quantomeno bizzarro della memoria!
E, dunque, che cosa giustifica la sicurezza del dottor Candido e nostra che si possano collocare in uno stesso quadro i disparati elementi comunicati da Sara? che essi possano fornire significativi nessi per spiegare il suo funzionare da “abbattitore”? che il suo ADESSO sia determinato dai riferiti ALLORA e che tutto questo lavoro sulle multiformi memorie del passato possa produrre un cambiamento?
Le credenze del dottor Candido o sono giustificatie da ipotesi suscettibili di verifica o si auto-giustificano o sono assunzioni non giustificate. Il dottor Candido non sembra disporre di giustificazioni basate su ipotesi verificabili, nè il suo metodo può contare su dati che siano effettivamente dei dati, in grado quindi di giustificare le sie ipotesi e le sue tecniche. Difficilmente egli potrà trovare altra giustificazione che non sia l’eredità storica, l’abitudine tramandata della pratica, il senso comune e magari anche il rumore di fondo di un essenzialismo mai morto. Il fatto, però, che, qualunque cosa ne pensi Wallerstein, le teorie cliniche e il metodo sono figli legittimi della metapsicologia freudiana, la quale giustifica i processi inconsci, l’intenzionalità inconscia, la fantasia inconscia, il transfert, le identificazioni, le proiezioni, le regressioni, le dissociazioni oggi tanto di moda e anche la triade interpretazione-insight-cambiamento. Il dubbio, dunque, è che la metapsicologia falsificata e dimenticata nel limbo, continui in incognito a giustificare le concezioni e le pratiche della moderna psicoanalisi che l’ha ha seppellita nell’oblio senza preoccuparsi del fatto di poggiare con i piedi e le scarpe su un pavimento che non ha voluto esplicitamente disconoscere per non doverlo sostituire. E’ la trappola cui facevo cenno, in cui sembra siano incorsi anche gli intersoggettivismi più avanzati. Da questo punto di vista si potrebbe, forse, dire che le moderne teorie, anche relazionali e intersoggettive, hanno fatto come Odisseo quando, accecato Polifemo, restò ostaggio dell’enorme masso, che occludeva l’ingresso della grotta. Odisseo trovò la dritta. Giunto il mattino, con i compagni, si abbarbicò al vello delle pecore immani del ciclope e, confuso nella lana del veicolo animale, sfuggì al tatto del gigante ferito, tornando, impunito alla nave.
Anche la moderna psicoanalisi prigioniera della caverna naturalista, impotente a sollevare il masso della teoria dei processi, disarmata d’ogni strumento, che non fosse la teoria clinico-tecnica, modellata nella metapsicologia, ha abbandonato la caverna, utilizzando le pecore di Polifemo. Spento l’occhio della pulsione alla teoria naturalista, si è aggrappata a un certo numero di concetti atti a veicolare esigenze soggettuali, interattive e persino intersoggettive. A fungere da “pecore di Polifemo” sono stati il transfert, il controtransfert, l’identificazione proiettiva, l’intenzionalità inconscia, la fantasia inconscia, l’enactment. In tal modo, gli analisti, come Odisseo, si sono aggrappati al vello delle pecore del ciclope per abbandonare, non visti, la caverna naturalista, in cui Freud era rimasto prigioniero. Odisseo, però, una volta fuori, lasciò gli ovini e corse alla nave; gli psicoanalisti, anche intersoggettivisti, trovano, invece, comodo restare abbarbicati a quella lana e sembra non intendano liberarsi delle… pecore, che, come è loro costume, tornano ogni sera all’ovile, riportando i fuggitivi ignari alla caverna naturalista cui credono ingenuamente di essere sfuggiti! Sono le trappole delle teorie!